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Man Ray, Cadeau

Emmanuel Radnitsky, questo il vero nome di MAN RAY, pittore, fotografo e regista statunitense esponente del Dadaismo, nasce a Filadelfia (Pennsylvania) il 27 agosto 1890. Figlio di genitori ebrei russi con i quali parte, all’età di sette anni, per New York.

Al liceo, Emmanuel frequenta le lezioni di pittura e successivamente, appena diciannovenne, studia alla Scuola delle Belle Arti di New York, seguendo contemporaneamente corsi di disegno e di acquarello presso il Ferrer Center.

A Ridgefield, nel New Jersey, dove vivrà per quattro anni, lavora come disegnatore pubblicitario. Tenta poi, insieme al poeta Alfred Kreymborg, di fondare una comunità artistica. Incontra Alfred Stieglitz ed entra in contatto con l’avanguardia americana.

La scoperta dei movimenti artistici europei avverrà nel 1913, dopo aver visto le opere di Marcel Duchamp e Francis Picabia all’Armory Show. Realizza quindi il suo primo quadro cubista: un ritratto di Alfred Stieglitz.

La guerra in corso in Europa blocca il suo progetto di recarsi a Parigi. A New York, dove viveva, con il suo stretto amico Marcel Duchamp formò il ramo americano del movimento Dada che era iniziato in Europa come un rifiuto radicale dell’arte tradizionale.

Dopo alcuni tentativi senza successo e soprattutto dopo la pubblicazione di un unico numero di New York Dada nel 1920, Man Ray affermò che “il Dada non può vivere a New York” e nel 1921 andò a vivere e lavorare nel quartiere di Montparnasse a Parigi nell’era della grande creatività. Lì si innamorò della famosa cantante francese Kiki, spesso chiamata Kiki de Montparnasse, che in seguito divenne la sua modella fotografica preferita.

Insieme a Jean Arp, Max Ernst, André Masson, Joan Miró e Pablo Picasso, fu rappresentato nella prima esposizione surrealista alla galleria Pierre a Parigi nel 1925.

Nei venti anni successivi a Montparnasse, Man Ray rivoluzionò l’arte fotografica. Grandi artisti dell’epoca come James Joyce, Gertrude Stein, Jean Cocteau e molti altri posarono di fronte alla sua macchina fotografica. Nel 1934, la celebre artista surrealista Méret Oppenheim, conosciuta per la sua tazza da te ricoperta di pelliccia, posò per Man Ray in quella che divenne una ben nota serie di foto che la ritraggono nuda in piedi vicino a un torchio da stampa. Insieme alla fotografa surrealista Lee Miller che fu la sua amante e assistente fotografica all’epoca inventò la tecnica fotografica della solarizzazione. Un’altra tecnica fotografica utilizzata dall’artista è stata quella dei rayograph, ottenuti poggiando oggetti direttamente sulla carta fotografica, procedimento apparentemente semplice, ma che seppe usare per immagini altamente suggestive.

L’invasione nazista del 1940 costringe Man Ray a lasciare la capitale francese alla volta di New York per stabilirsi successivamente a Hollywood, dove incontra Juliet Browner, sua futura moglie, e dove rimarrà per 11 anni prima di ritornare a Parigi.

Alla Biennale di Venezia del 1961 riceve la medaglia d’oro per la fotografia mentre nel 1971 gli saranno dedicate due retrospettive, a Rotterdam e a Milano (alla Galleria Schwarz), comprendenti 225 lavori realizzati tra il 1912 e il 1971.

Più avanti nella sua vita Man Ray ritornò negli Stati Uniti, dove visse a Los Angeles per alcuni anni. Tuttavia egli considerava Montparnasse casa sua e vi fece ritorno ove morì il 18 novembre 1976 e fu seppellito nel cimitero di Montparnasse.

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