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Brown James, White Stabat Mater

Nato a Los Angeles nel 1951, James Brown è uno dei più interessanti protagonisti della riscoperta della pittura (“Painting Renaissance americana”) in campo internazionale che inizia alla fine degli Anni ’70 e che si sviluppa in tutta la sua importanza nel decennio successivo.

Anche in Italia è noto ben presto grazie alla sua personale nel 1983 presso la galleria Lucio Amelio di Napoli. Nel 1986 espone alla Leo Castelli Gallery di New York.

Seguono numerose mostre presso importanti musei e istituzioni, tra le quali l’Institute of Contemporary Art di Boston e quello di Philadelphia (tra il 1983 e l’84), il Museum of Modern Art di San Francisco (1984), il Grand Palais di Parigi (1987), il Brooklyn Museum di New York (1989) la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento (1995), il Centre Georges Pompidou di Parigi (1997), la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di San Marino (2003).

Tra il 1973 e il 1978 ha vissuto a Parigi, dal 1979 al 1995 ha vissuto e lavorato a New York, nel 1996 si è trasferito a Oaxaca in Messico.

Nel 2003 partecipa a Bologna alla importante mostra collettiva “Pictura Magistra Vitae”- i nuovi simboli della pittura contemporanea, insieme con Alex Katz, Eric Fischl, Philip Taffe, Donald Baechler, Sandro Chia, Aldo Mondino, Francesco Clemente tra gli altri.

La sua ricerca (sempre in equilibrio tra pittura astratta e nuova figurazione, curiosità primitiviste, attenzione a cromatismi sofisticati, ispirazioni orientaleggianti) si contraddistingue per il bilanciamento calibrato tra segno, colore, curiosità verso i materiali.

Sono note le sue “Maps” che evocano il desiderio costante del viaggio, che in Brown rappresenta non solo lo spostamento nomadico, ma soprattutto la ricerca introspettiva costante di un confronto con realtà e ispirazioni diverse.

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